Salt Lake City

Rain, sea, surf, sand, clouds and sky, hush, now baby don’t you cry
Rain, sea, surf, sand clouds and sky, time will see your tears run dry
Rain, sea, surf, sand, clouds and sun, bless the tears of love, now gone
There’s a mocking bird singing songs in the trees
There’s a mocking bird singing songs, singing just for you and me

Salt Lake City - Locandina Ufficiale

La locandina di Salt Lake City
Il foglio di sala di Salt Lake City

 

Amara buffonata in 2 atti, di Marco Silvestrini.

Draper, Utah. Uscire dall’ordinario di regole e convenzioni dettate da un potere sempre più distante dalla vita vera… non è semplice, neppure nel 1972. Caleb ha appena ricevuto una cartolina che lo inchioda al suo destino, e Donna cerca un modo per cambiare il corso degli eventi (e forse il loro passato insieme). Ma Joshua sviene di continuo, e forse stavolta non è per via del fumo. Forse è per qualcosa che quel delinquente di William ha combinato, o perché Sandy tiene la musica troppo alta, o magari perché Bunny lo ha tramortito con una reprimenda… O forse è semplicemente la nuova invenzione di Arthur. Non conta più di tanto, l’importante è raggiungere al più presto Salt Lake City, da dove tutto può avere inizio/fine.

Marco Silvestrini dirige sé stesso, Alessandra Squatrito, Ciro Mattia Gonano, Sarah Lanzoni, David Pherrachaj, Jacopo Mazzetto, Elisa Chinarello e Federica Rossin (anche diabolica aiutoregista, quest’ultima) con la valida creatività e il supporti di Chiara Vallini Rao, Alberto Rao, Filippo Romagnolo, Barbara Chinaglia e Samuele Capparella.

“IO ME NE VADO”: Fuggire dalla provincia

TEATRONEXUS ritorna con una commedia, quest’anno al debutto: divertente (speriamo, ce la stiamo mettendo tutta!), nuova (questo di sicuro, si tratta di un testo inedito) e con parecchi messaggi, per noi importanti (ma per conoscerli, dovrete venire a vederci)…

Il nostro nuovo progetto, inizialmente un altro testo di un autore inglese, presentava come caratteristica fondamentale la ricerca nei fantastici anni ’70, la voglia di assaporare quel periodo, quei colori, quella musica, quelle idee, quella speranza, quella forza, e purtroppo, quel terrore. Ma mentre si proseguiva nel (duro) cammino della messa in scena, una cosa balzava all’occhio: dentro un testo non nostro stavamo stretti. Sì, perché per raccontare di una generazione forte e speranzosa, che per noi è l’ultima della recente storia che ha davvero potuto scegliere di cambiare la società, avevamo bisogno della nostra storia, calata sulle nostre personalità, una storia che andasse oltre la “drammaturgia” tradizionale, una storia che non prevedesse indiscussi protagonisti, che non cercasse a tutti i costi la profonda verità o l’artefazione più assoluta… Certo, il teatro e la letteratura sono costellati di esempi che rispondono bene alle nostre richieste in tal senso – e durante il percorso abbiamo assorbito diversi stimoli, che ci porteranno a percorrere le strade di nuove idee nascenti – ma noi, nati in una provincia che delude di continuo le aspettative di un giovane ragazzo, avevamo bisogno di un percorso diverso. E lo abbiamo trovato.

Salt Lake City è stato per me il terreno fertile per coltivare la mia fantasia. Senza pretendere alcuna velleità artistica o filosofica, ho cercato di centrare tutti i miei obiettivi, di raccontare quel che per me è importante, di parlare dei miei ricordi, del mio vissuto, dei miei sogni e dei miei desideri, dei miei dolori e delle mie passioni… seppure in frammenti di trovate bislacche e intrecci improbabili. Naturalmente i sette personaggi che vivono a Draper, Utah, non esisterebbero senza l’ispirazione ricevuta dalle trovate dei miei sette delinquenti attori, veri filibustieri della truffa e della creatività. Assieme alla mia équipe di ferro dietro le quinte, sono riuscito a vedere oltre il copione. E capire anche l’effetto che una parola scritta, una parola che è così tua che a sentirla pronunciare ti vergogni, può essere assolutamente sorprendente, devastante.

Se con Sinapsi ho potuto esplorare l’animo umano fidandomi delle intuizioni di un nutrito cast parzialmente alle prime armi e con Abbasso l’Amore sono riuscito a toccare i toni dell’assurdo nel tentativo di valorizzare ogni presenza in scena, questa volta il lavoro è completamente differente. Salt Lake è il ring in cui i miei pugili possono scontrarsi con tutte le loro peculiarità, sfidarsi con garbo, per darsi un sacco di botte e un sacco di amore. Si tratta di sette persone preparate a sostenere un copione che si affida completamente a loro. In teatro il regista svolge un compito prettamente logistico… in altre parole è un orchestratore di intenti. Ma lo spettacolo è fatto prevalentemente dalla parola e dall’attore. L’azione scenica dipende da cosa è scritto che si faccia e si dica, e della magia dell’uomo che con la propria carne porta alla luce la sua verità. Salt Lake City è la storia di sette storie nella STORIA. Una storia che guarda indietro, che guarda avanti, che si permette di sfalsare i tempi, di ubriacare lo spettatore con tanti riferimenti in cui potersi perdere, che vuole prenderlo per mano e fargli capire che significa vivere in un piccolo luogo, senza stimoli, che significhi voler andare poco lontano, che significhi avere nella testa tutti i limiti dettati da un mondo che non è quello che abbiamo scelto. Ma del resto, se già con Sinapsi ho parlato al pubblico, ricordandogli che egli è cellularità, è in ogni cosa, che egli è amore e luce, in questo caso non posso che estendere il concetto a tutta la storia, che si fa persona, che si diffonde nello spazio scenico attraverso le voci di Elisa Chinarello, Ciro Mattia Gonano, Sarah Lanzoni, Jacopo Mazzetto, David Pherrachaj, Marco Silvestrini e Alessandra Squatrito, in una storia, che, nel bene e nel male, nella sua assurdità (o nella sua banalità? Vedremo, a voi la sentenza) sorprenderà.

Dirigo questo lavoro accanto all’eccezionale e sfiancante professionalità di Chiara Vallini Rao (che riesce sempre a creare dei costumi pertinenti, forti, ricercati e mai volgari), alla pazienza di Federica Rossin (aiutoregista pronta ad ogni emergenza) e al pragmatismo dell’uomo-security Alberto Rao, illuminotecnico e scenografo per l’occasione. Salt Lake City è un’importante occasione per collaborare con Filippo Romagnolo, che compone e realizza la colonna sonora originale dello spettacolo, e Samuele Capparella, pittore, a cui affidiamo un’illustrazione scenica di sua creazione. Sempre fedeli a Gabriele Bux, mago dell’obiettivo: gli siamo debitori a vita. Come siamo debitori a Barbara Chinaglia, tecnico audio, nonché colonna portante di Teatronexus, già regista e interprete di nostri grandi successi.
E dopo aver tenuto il loro ego in tremenda e sofferente aspettativa, due parole sui miei attori.
Alessandra Squatrito: disciplinata, seria e precisa, ha partecipato a quasi tutti i nostri allestimenti recenti, e si guadagna in questo lavoro la parte della “protagonista sulla carta”, ha una grande responsabilità, interpreta Donna, un’attrice non molto dotata, dai sentimenti cotraddittori.
Ciro Mattia Gonano: poliedrico, tracotante, multisfaccettato, è un amico recente, indispensabile risorsa e pilastro di Nexus. Interpreta Caleb Haley, pronto (o no?) a partire per il Vietnam, a combattare una guerra che (forse) sta per finire.
David Pherrachaj: incosciente funambolo dell’anima, è una nuova scommessa di Teatronexus, infiltratosi come una spia in “Ernesto” di Wilde. Interpreta William, cialtrone rivoltoso con un segreto di cui non va fiero. David rappresenta un ponte fra i personaggi più “seri” e lineari dello spettacolo, e quelli più scanzonati.
Sarah Lanzoni: dolce (solo apparentemente?) presenza scenica nei nostri recenti lavori, qui può dare il meglio di sé in Sandy, personaggio che in Salt Lake rappresenta quanto di più speranzoso ci possa essere al mondo nel 1972.
Elisa Chinarello: sempreverde vintage psycho chic lady dal chakra instabile, interpreta Bunny, e al pensiero già tutti tremiamo.
Federica Rossin: introspettiva, complicata e sagace, si presta a una Bunny alternativa, molto arrabbiata e molto strafottente.
Se dalla descrizione dello spettacolo qui riportata vi pare di aver capito qualcosa, sono molto lieto. Se invece non avete capito assolutamente niente e volete venire a riempirmi di botte, sono felice di aspettarvi sabato 19 novembre, al Teatro Don Bosco (Rovigo) alle ore 21.15. E, speriamo, alle repliche di Salt Lake City che verranno.


I nostri anni Settanta e la musica: Momenti di storia internazionale, alcuni appunti sul nostro Paese, e la grande musica degli anni Settanta

(per approfondire, vedere e ascoltare, puoi cliccare direttamente sui link)

Gli anni settanta segnano il tramonto della società del benessere del mondo post-contadino. L’aggressione selvaggia delle risorse energetiche del pianeta non può che generare un incondizionato terrore dell’esaurimento delle materie prime, con le ricorrenti crisi petrolifere che ne derivano, i primi segni di inflazione, la recessione economica e l’affermazione di una instabilità internazionale. Questo clima ha inciso sulle vicende di tutto il decennio. Ma i settanta sono anni di trasgressione, lotte politiche e libertà. La stagione della “Seconda Guerra Fredda” si mescola con la rincorsa all’arma, al terrorismo internazionale e alla tecnologia. In questo periodo c’è un’esplosione di creatività e un bisogno di progresso a tutti i costi, e di particolare rilevanza è il fenomeno degli hippie, un movimento pacifista, composto soprattutto da persone giovani o giovanissime, che indossano jeans a campana e in generale tessuti fioriti e fantasiosi. Gli anni settanta sono anche il decennio che apre le porte ai media a livello internazionale, e che ospita i comportamenti più aggressivi del recente passato, e importantissime contestazioni generazionali, che faranno storia. Il sesso e la droga diventano parte integrante della vita dei giovani. E l’ondata musicale del decennio è di tale intensità, innovatività e creatività da non temere confronti con altri momenti, fino ad oggi.
Di seguito alcune annotazioni storiche, sociali, ma soprattutto musicali. Si tratta di suggestioni proposte a titolo personale, suddivise per anno (con qualche incursione anacronistica voluta).

1970
L’inizio dell’anno è caratterizzato da avvenimenti politici: il governo di Mariano Rumor (Democrazia Cristiana, Partito Socialista e Partito Socialista Democratico) viene riconfermato fino al nuovo governo di Emilio Colombo, nasce lo statuto dei lavoratori e nascono le Brigate Rosse. Roma capitale compie cent’anni, diventando protagonista di molti eventi culturali.
I Beatles diventano importanti solisti, si impongono Crosby, Stills, Nash & Young, i Genesis, i Pink Floyd, gli Aphrodite’s Child, e su tutti ancora protagonista Jimi Hendrix: morto in un appartamento a Londra per intossicazione da barbiturici.
► Crosby, Stills & Nash – You don’t Have to Cry – Da Crosby, Stills & Nash, 1970.
► Love – Alone Again Or – Un bellissimo brano del 1967, ma l’atmosfera è assolutamente ’70.
► Love – This House is not a Motel – Da Forever Changes, 1967
► All Along the Watchtower – Jimi Hendrix – Da The Jimy Hendrix Experience, 1968.
► Barclay James Hervest – Poor Wages – Un brano riscoperto, del 1970.
► Creedence Clearwater Revival – Born to Move – Un brano riscoperto, del 1970.
► Crosby, Stills & Nash – Lady on the Island – Da Crosby, Stills & Nash, 1970

1971
Le donne possono esprimersi più liberamente nei costumi e nell’abbigliamento, e saranno fiere protagoniste delle manifestazioni studentesche, e del movimento della liberazione della donna. Quest’annata colta e ideologica ingrandisce le aziende e le porta a progessi tecnologici, nascono nuove occasioni di ricerca, sviluppo, management, e l’occupazione aumenta.
Jesus Christ Superstar e Arancia meccanica diventano i film di culto dell’epoca. Indiscussi protagonisti musicali dell’anno sono George Harrison, John Lennon, e i Led Zeppelin.
I Doors con “Riders on the storm“, offrono una sorta di addio prima della scomparsa di Jim Morrison
► Barclay James Harvest – Moking Bird – Dall’album Once Again, 1971
► The Sage – Emerson, Lake & Palmer – Da Pictures at an Exibition, 1971
► The Who – Baba O’ Riley – Da Who’s Next, 1971.
► The Who – The song is over – Da Who’s Next, 1971.
► The Cream – White Room – Da Wheels of Fire, 1969.
► Jimi Hendrix – Dolly Dagger – Da Rainbow Bridge, 1971.

1972
Un anno di riscoperta dei valori primordiali: l’amore per la natura, per il pianeta. La musica riflette in poesia questa ispirazione. Mentre negli States scoppia il Watergate, lo scandalo politico più devastante della storia, nuovi bombardamenti sul Vietnamavviano l’ultima fase della guerra. Il terrorismo eversivo miete altre vittime in Italia. Nel cinema si impongono Francis Ford Coppola e Bernardo Bertolucci, entrambi con un grande Marlon Brando. Grazie a nomi come Emerson Lake & Palmer, Santana, Deep Purple e Jethro Tull, la grande produzione straniera dilaga nel nostro Paese
► Barclay James Harvest – Crazy over You – Dall’album Baby James Harvest, 1972.
► Wishbone Ash – Leaf and Stream – Dall’album Argus, 1972.
► The Who – Behind Blue Eyes – Da Who’s Next, 1971.
► Crosby, Stills & Nash – Helplessly Hoping – Stephen Stills Live on Jools Holland, 2007.
► Barclay James Harvest – Medicine Man – Da Barclay James Harvest & Othe Stories, 1971

1973
Gli stati arabi interrompono la fornitura di petrolio all’Occidente; gli USA si ritirano dal Vietnam con un bilancio disastroso in fatto di perdite umane. Il golpe del generale Pinochet rovescia il governo socialista di Allende, in Cile. Iniziano gli anni bui dei “Desaparecido”. Per il teatro italiano, personaggio dell’annata è Giorgio Gaber, nel cinema Federico Fellini. Chi è dotato di spirito creativo ed intraprendenza trova il terreno fertile per affermarsi in questo periodo. Le campagne pubblicitarie diventano decisamente più spregiudicate ed innovative rispetto al passato. Esce “The Dark Side of the Moon”, mitico album dei Pink Floyd, che batterà tutti i record.
► Love – You set the scene – Da Forever Changes, 1967.
► Camel – Never let Go – Da Camel, 1973.
► Chicago – Feelin’ Stronger Everyday – Da Chicago VI, 1973.
► Hair – Let the Sunshine in – Dal musical Hair, versione cinematografica del 1979
► Barclay James Harvest – Galadriel – Dall’album Once Again, 1971

1974
Il terrorismo assesta un altro colpo terribile in Italia: è di quest’anno la strage dell’Italicus. Nixon si dimette, mentre il progresso tecnologico avanza in tutti i campi, rendendo possibile il commercio di una straordinaria quantità di supporti audio e video, e i media acquisiscono sempre più mezzi per imporre idee e tendenze alle popolazioni. Il cinema diventa importante testimone della cronaca dei nostri tempi, e fucina di esperimenti spettacolari: Spielberg inizia la sua scintillante carriera.
► Eric Clapton – Let it Grow – Dall’album 461 Ocean Boulevard, 1974.
► Procol Harum – Conquistador – Dall’album Procol Harum Live with the Edmonton Symphony Orchestra, 1971.
► Cat Stevens – Father and Son – Dall’album Tea for the Tillerman, 1971.
► Emerson, Lake & Palmer  – Piano Improvisation – Da Californian Jam, 1974.

1975
Un anno apparentemente conformista e tranquillo, ma ricco di cambiamenti culturali: un pensiero più approfondito consente maggiore interazione fra gli individui, cresce il grado di istruzione, si legge e si pensa di più. In Italia il Partito comunista, conEnrico Berlinguer, acquista maggiore peso nella vita politica del Paese e si parla per la prima volta di “compromesso storico”. I giovani diventano maggiorenni a 18 anni e proprio loro dettano le regole della moda del periodo, sfoggiando varie tipologie di abbigliamento: i tipi per bene, i radical chic, i tipi alternativi. Nascono le prime radio libere. Iniziano gli anni d’oro della disco music, che dilaga nelle discoteche di tutta Italia. Da Hollywood arriva un film straordinario che sbanca i botteghini: Qualcuno volò sul nido del cuculo, destinato a diventare un “cult” cinematografico.
► Neil Young – Drive Back – Dall’album Zuma, 1975.
► Queen – Bohemian Rhapsody – Dall’album A Night at the Opera, 1975.
► David Bowie – Fame – Dall’album Young Americans, 1975.
► Pink Floyd – Wish You Were Here – Dall’album Wish you Were Here, 1975.
► Procol Harum – Wreck of the Hesperus – Dall’album A Salty Dog, 1969.
► Cat Stevens – Sad Lisa – Live on Earth Tour, 1976.

1976
Si rafforza un globale processo di maturazione intellettuale, la tecnologia e i media si interfacciano con un anno di grandi ideali,battaglie sociali e politiche. Jimmy Carter, democratico, diventa il trentanovesimo presidente USA, e arrivano le prime immagini di Marte dallo spazio. Si apre l’era dell’informatica personale, destinata a rivoluzionare la concenzione del lavoro individuale e a introdurre grandi cambiamenti nella vita quotidiana. Sanguinosi scontri in Sudafrica fra polizia e giovani manifestanti. Il disastroso terremoto in Friuli, che causa la morte di oltre un migliaio di persone, è tra gli avvenimenti più tragici dell’anno. Nascono il movimento “freak” e, più tardi, il “punk”, espressioni di forte disagio giovanile. Desta scandalo “L’impero dei sensi” di Nagisa Oshima. Bellissimo, “Taxi Driver” di Martin Scorsese, uno dei film più celebri del grande regista americano.
► Real Thing – You to Me Are Everything, dall’album Real Thing, 1976.
► 10 CC – I‘m not in Love, dall’album How Dare You!, 1976
► King Crimson – The Night Watch, dall’album Starless and Bible Black, 1974.
► King Crimson – In the Court of the Crimson King, dall’album In the Court of the Crimson King, 1969.
► Fleetwood Mac – Go your Own Way, dall’album Rumors, 1974

1977
Uno degli anni più duri fra i cosiddetti “anni di piombo”. Gli italiani si risvegliano con l’incubo delle Brigate Rosse, che compiono in questo periodo decine di attentati. Molti i personaggi della politica e del giornalismo a subire attacchi. In aprile compaiono a Firenze gli “Indiani Metropolitani”, che rifiutano l’integrazione e il sistema. In questo clima trova il suo naturale sviluppo il “punk”, movimento formato da ragazzi trasgressivi il cui look è caratterizzato da giubbotti neri, catene, spille e capelli a cresta. Berlinguer difende il valore universale della democrazia e del pluralismo, suscitando disapprovazione in URSS. Il cinema sforna pellicole memorabili: “New York New York” e “La febbre del sabato sera”. Donna Summer, i Bee Gees, i Tramps e gli Abba si impongono a livello internazionale.
► Queen – We Will Rock You – Da News of the World, 1977.
► Jean Michel Jarre – Oxygene part 4 – Da Oxygène, 1976.
► Bruce Springsteen – Growin’ Up – Live in 1977
► Donna Summer – I Feel Love – Dall’album I Remember Yestreday, 1977.
► Barclay James Harvest – Hymn – Dall’album Gone to Earth, 1977.
► ABBA – Gimme! Gimme! Gimme! (A Man After Midnight) – Dall’album Voulez-Vous, 1979.
► Stranglers – No More Heroes – Dall’album No More Heroes, 1977.

1978
Un anno di transizione, caratterizzato da grandi drammi. Il 16 marzo le BR sequestrano Aldo Moro e uccidono tutta la sua scorta. Il 9 maggio, dopo 55 giorni di prigionia, il corpo senza vita dell’Onorevole viene ritrovato nel bagagliaio di un’auto. I vietnamiti invadono la cambogia mentre nasce la prima bambina in provetta, e viene identificata per la prima volta la sindrome da immunodeficienza acquisita: chiamata la peste del ventesimo secolo. Si apre l’era del terrorismo mediatico che contribuirà a creare l’errata percezione di una malattia discriminante unica nel suo genere, quando a impatto culturale su tutto il pianeta. Il Presidente della Repubblica Leone, accusato di essere coinvolto in una serie di scandali, è costretto alle dimissioni e lascia il posto a Pertini. Ovunque, un curioso fenomeno: tutti avvistano gli UFO.
► The Rolling Stones – Miss You – Dall’album Some Girls, 1978.
► Dire Straits – Sultans of Swing – Dall’album Dire Straits, 1978.
► Patty Smith – Because the Night – Dall’album Easter, 1978.
► The Doors – An American Prayer – Dall’album An American Prayer, 1978.
► The Doors – Riders on the Storm – Dall’album L. A. Woman, 1971.

1979
Per i conservatori ha inizio l’era di Margareth Tatcher. I fondamentalisti attaccano l’ambasciata USA a Teheran e ne fanno prigioniero il personale. Viene debellato il vaiolo in Africa, e nascono i primi compact disc. Lentamente, un graduale ritorno a valori e affetti accantonati negli anni a causa dei venti rivoluzionari e progressisti che hanno soffiato a lungo nel nostro Paese. Anche i ragazzi della contestazione abbandonano i loro propositi bellicosi. Ora vogliono solo ballare e divertirsi. Nasce una nuova scienza destinata ad un grande futuro: l’ecologia, che sensibilizza l’opinione pubblica sulla salvaguardia dell’ambiente. Per il settore economico il 1979 è un anno contraddittorio. Se da una parte si ha un notevole incremento della borsa, dall’altra l’inflazione cresce in maniera smisurata. Al cinema esce “Apocalypse now” di Francis Ford Coppola, sul tema della guerra in Vietnam.
► Supertramp – The Logical Song – Dall’album Breakfast in America, 1979.
► The Bee Gees – Tragedy – Dall’album Spirits Having Flown, 1979.
► Pink Floyd – Another Brick in the Wall – Dall’album The Wall, 1979.
► Bruce Springsteen – The River – Dall’album The River, 1980.
► Radiohead – Paradoind Android – Live at Montreux Jazz festival, 2003.
► The Black Crowes – Midnight from the Inside Out  – Dall’album Lions, 2001.
► Losing my Mind – The Black Crowes – Dall’album Lions, 2001.
► Robbie Williams – Supreme – Dall’album Sing When you’re Winning, 2000.
Soundgarden – Black Hole Sun – Dall’album Superunknown, 1994.

Nota bene:
Gli appunti qui riproposti e i link presentati non hanno alcuna pretesa di essere esaustivi per descrivere dettagliatamente un’epoca o il lavoro che Teatronexus sta realizzando per mettere in scena “Salt Lake City”, si tratta bensì di annotazioni di bordo, suggestioni e percorsi personali dell’autore per ispirare il work-in-progress dello spettacolo.
Marco Silvestrini