Odio il Moro

Odio il Moro - Locandina
Dedicato ai miei maestri: Cora, Antonio, Natalia, Lella
Produzione: 2013

“[…] è audace impresa ostinarsi a spiegare che non esiste una sola “questione femminile” che non riguardi l’intera umanità, l’intera Terra – che la questione femminile è la questione, che sul possesso e il controllo delle donne ci si gioca il futuro di tutti.[…]”
– Lella Costa

Con Barbara Chinaglia, Elisa Chinarello, Ciro Mattia Gonano, Sarah Lanzoni, Kristen Mastromarchi, Matteo Piasentini, Marco Silvestrini, Greta Temporin

Scenografia: Giovanna Gazzi e Mirco Bianchini, realizzate da Giorgia Aglio, Elisa Chinarello e Sarah Lanzoni
Costumi: Barbara Chinaglia, Fiorenza Ronsisvalle, Giulia Schiesari
Lighting design: Barbara Chinaglia e Ciro Mattia Gonano
Tecnici luci/audio: Anna Baldo, David Pherrachaj e Alessandra Squatrito

Regia: Barbara Chinaglia

Sinossi

“OTELLO” Inizialmente è il RACCONTO dell’intrigante e magica storia d’amore tra Otello e Desdemona, la loro passione folle che li rende forti e inattaccabili. Con il passare delle ore e dei giorni la passione che li ha colti, li travolge e indebolisce la loro ragione fino al tragico epilogo. L’amore dei due è cieco quanto la gelosia che invade la mente di Otello, sospinta da Iago. È un amore nato dolcemente, suggellato segretamente e reso pubblico forzatamente. Infranto da una catena di dolori, apparentemente non sufficienti per distruggerlo, ma che mettono – uno dietro l’altro – le basi per uccidere più di una persona e per rendere ridicolo Otello, l’uomo forte e saggio che con il racconto della sua vita avventurosa catturò il cuore di Desdemona, giovane, bella, pura, intelligente e forte.
Lo spettacolo parla della follia dei sentimenti, dell’incapacità di viverli pienamente senza farsene travolgere, parla dell’invidia che l’amore puro genera nei cuori aridi, della disapprovazione che suscita perché è incomprensibile come due persone così diverse possano amarsi e comprendersi.
Parla di odio e di rassegnazione, di orgoglio e di indignazione.
Parla di uomini e di donne che cercano una strada comune, senza incrociarla mai.

Note di regia

“In “Odio il moro” il cast si è cimentato con entusiasmo in nuove sfide, attraverso un lavoro accurato sul movimento e il puntuale ascolto del gruppo e del lavoro dei singoli, in un arricchimento continuo e reciproco. La musica, il canto, l’uso del corpo e della voce hanno reso il lavoro molto stimolante, adatto a mettere in scena la nostra riflessione su temi vicini a noi, uomini e donne di questo tempo: l’amore, la gelosia, la tenerezza, l’Odio. “Odio il moro” ci ha regalato infine l’occasione per riconnetterci allo studio di grandi maestri del teatro che ci accompagna da sempre” (M.P.)

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